ALTRO CHE VECCHIAIA, LA VITA INIZIA A 60 ANNI
Certo, dire che la vita inizia a 60 anni può apparire una provocazione, ma in realtà se non ci sono problemi di salute, quella che un tempo veniva definita “terza età” diventa oggi una stagione della vita molto positiva, in cui possiamo sperimentare quello che ci siamo negati nella prima parte dell’esistenza.
Ormai si scorre da una stagione all’altra della vita quasi senza accorgersene e con tempi sempre più dilatati: si fanno i figli più tardi, si è più longevi e più sani di una volta.
La Società italiana di psicogeriatria già alcuni anni fa dichiarava: oggi la terza età comincia a 75 anni. Considerare anziani i 65enni è del tutto anacronistico: sono in buona forma come i 55enni di 40 anni fa.
Un recente studio della Stanford University ha dimostrato che invecchiando diventiamo anche emotivamente più stabili, meno stressati e tolleriamo la tristezza meglio dei giovani. La voglia di amicizia, di amore e di scoperta persistono. Questa non va considerata un’età triste, ma un periodo di libertà per dedicarci a chi amiamo e fare nuove esperienze.
Un tempo la menopausa sanciva l’ingresso di una donna nella terza età e nella fase della vecchiaia, mentre oggi molte over60 sembrano ragazze, nell’aspetto e nell’abbigliamento.
Per fortuna oggi disponiamo di più strumenti per realizzarci e anche la tecnologia offre nuove opportunità. App, tablet e computer ci offrono numerose possibilità per concretizzare sogni e progetti anche in tarda età e dare nuovo senso a questa fase dell’esistenza. Familiarizzare con le nuove tecnologie non serve solo a facilitare progetti e quotidianità, ma anche a nutrire i rapporti affettivi e a tollerare la solitudine. Più invecchiamo più il contatto umano diventa importante. E una chat tiene vivi i legami a distanza.
«È un momento splendido per rispolverare le cose che volevamo fare a 40 anni e che magari abbiamo trascurato per dedicarci a figli, casa e lavoro» commenta la filosofa Francesca Rigotti, classe 1951, autrice del nuovo libro De Senectute (Einaudi).
Le competenze acquisite nella vita sono una ricchezza che possiamo trasmettere alle nuove generazioni: aprire un blog, per esempio, ci permette di raggiungere moltissime persone. Esistano infiniti modi per riscoprire se stessi: viaggiare, tornare a studiare, fare volontariato.
Il nuovo studio di Maura Boldrini, docente di Neurobiologia e Psichiatria alla Columbia University, ha dimostrato che uomini e donne sani possono generare nuove cellule cerebrali a 80 anni come a 14. Prima di questa scoperta, le ricerche suggerivano che, dopo una certa età, non si potessero formare nuovi neuroni. Il problema, spiega Boldrini, è solo che negli over diminuiscono i capillari che nutrono i neuroni ed è per questo motivo che la memoria si affievolisce e si diventa meno lucidi.
Niccolò Marchionni, presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria afferma che : «vent’anni fa un’ottantenne era quasi sempre pieno di acciacchi, ora si deve arrivare ai 90-100 anni per vedere situazioni analoghe. Per continuare a stare bene non bisogna lasciarsi andare: mantenersi attivi mentalmente e fisicamente, avere interessi, accettando però i nuovi limiti» .