L’attività fisica è più importante nella terza età che nell’adolescenza poiché è stato dimostrato che la sedentarietà dopo i 60 danneggia irrimediabilmente l’organismo e il sistema nervoso.
Uno studio realizzato da ricercatori dell’università di Padova e di Udine ha infatti documentato che due sole settimane di inattività fisica provocano nelle persone anziane una sensibile perdita di potenza muscolare e un declino del sistema nervoso che controlla il movimento.
In particolare sono stati riscontrati:
- perdita di massa muscolare
- alterata qualità delle fibre muscolari
- alterato controllo nervoso dei muscoli
Il corpo umano è in costante mutamento ma varcata una certa età inizia un po’ alla volta a logorarsi, un processo naturale e inevitabile che però è possibile rallentare. Svolgendo attività fisica con costanza, tenendo ovviamente conto dell’età e delle condizioni di salute, questa degenerazione non solo è limitata, ma addirittura in alcuni casi regredisce.
Uno studio dell’American College of Sports Medicine ha constatato che con una ora e mezza di esercizio alla settimana si riescono a prevenire ben 40 malattie croniche e il pericolo di ammalarsi di Alzheimer diminuisce del 50%.
Un po’ di moto quotidiano contribuisce, infatti, a irrorare maggiormente il cervello ed evita l’inevitabile perdita di volume della massa cerebrale. E’ stato dimostrato che anche nei giovani un periodo forzato di inattività di 10 giorni comporta una riduzione del flusso di sangue all’ippocampo, la parte del cervello che regola la memoria e le emozioni. Non solo, ma grazie alle nuove tecnologie si è scoperto che l’esercizio fisico stimola anche la nascita di nuove cellule nell’ippocampo e contribuisce persino a creare nuovi contatti sinaptici negli anziani. Uno studio della Columbia University ha dimostrato che uomini e donne sani possono generare nuove cellule cerebrali a 80 anni come a 14 ma negli over60 diminuiscono i capillari che nutrono i neuroni ed è per questo motivo che la memoria si affievolisce e si diventa meno lucidi. Evidente quindi l’importanza di favorire l’irrorazione di sangue al cervello con una costante attività fisica.
Resistenza
La resistenza può migliorare significativamente a qualsiasi età, con enormi benefici sulla salute e sulla qualità di vita, ma sono necessari almeno 40 minuti di allenamento aerobico (corsa o camminata sostenuta) per tre volte alla settimana.
Forza
La forza dei muscoli diminuisce di circa il 15 per cento ogni dieci anni, e dopo i 70 anni del 30 per cento.
Sebbene la perdita di massa muscolare sia fisiologica con l’avanzare degli anni, uno studio ha dimostrato che un gruppo di pazienti di una casa di riposo con un’età media di 90 anni ha migliorato la propria forza dal 167 al 180 per cento dopo solo otto settimane di sollevamento pesi.
L’allenamento più consigliato per allenare la forza è infatti il sollevamento pesi, possibilmente svolto in palestra o in altri centri specializzati dove si può essere seguiti da esperti.
Flessibilità
Più l’età avanza, più risulta importante stimolare la flessibilità poiché l’invecchiamento riduce molto la capacità di movimento e l’elasticità dei muscoli, fino a rendere difficile svolgere anche le attività più semplici come piegarsi o allacciarsi le scarpe.
L’allenamento per migliorare questo aspetto non richiede un grande sforzo se non quello della costanza.
Praticare yoga può essere un buon metodo per mantenersi flessibili.
In ogni caso, dopo ogni allenamento aerobico e anaerobico intensivo è bene dedicare almeno 10 minuti a esercizi di stretching.
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Oggigiorno, la suddivisione in terza età viene effettuata per concetti funzionali. Il termine anziano non si riferisce più tanto all’età cronologica, bensì all’età biologica intesa come efficienza motoria e stato di salute.
Non si smette di essere attivi perché si diventa vecchi, si diventa vecchi quando si smette di essere attivi.