Un successo incontrastato nel tempo, una musica che ha fatto sognare ed emozionare intere generazioni.

Durante la loro carriera, i Pink Floyd hanno affrontato diversi stili musicali, dal rock psichedelico degli anni ’60 sino ad arrivare al rock progressivo degli anni ’70-’80, passando per lo space rock.
Nel loro straordinario percorso artistico, che dura ormai da quasi 60 anni, i Pink Floyd hanno venduto circa 250 milioni di dischi.
L’album “Atom Heart Mother“, pubblicato nel 1970, segnò l’inizio del loro successo planetario.
Dark Side of the Moon
The Dark Side Of The Moon (1973) è un concept album sul percorso psicofisico di una persona che può condurre alla disperazione e al crollo mentale.
I contenuti di Dark Side, come tutti gli album dei Pink Floyd, sono logici e consequenziali. Inizio e fine dell’album rappresentano nascita e morte, introdotti dal suono che segna il trascorrere del tempo e delle vita, scandito dal ticchettio dell’orologio ma anche dal battito del cuore.
Time è una metafora della vita e rappresenta il momento in cui ciascuno di noi prende consapevolezza del passare inesorabile del tempo, una percezione che arriva spesso quando è troppo tardi e ci rendiamo conto di non averne più a disposizione per portare a termine i nostri progetti.
Da giovani perdiamo tempo, pensando che sia infinito, oziando e girovagando senza meta poi, all’improvviso, ci rendiamo conto che abbiamo 10 anni alle spalle, nessuno ci ha detto che dovevamo iniziare a correre, non abbiamo sentito il colpo di pistola della partenza. A questo punto iniziamo a correre e correre per realizzare i nostri sogni ma ormai ci manca il fiato, ogni anno sembra diventato più corto e ogni giorno ci avvicina alla morte. Alla fine ci rassegniamo a vivere in « quieta disperazione, alla maniera inglese » aspettando che il sole tramonti per noi e risorga per qualcun altro.
La seconda parte dell’album racconta il modo in cui la nostra società può portare alla disperazione e alla follia, ovvero farci piombare nel « lato oscuro della luna » che raffigura il lato oscuro della menta umana presente in ciascuno di noi.
Time è un brano geniale e in qualche modo raggelante, che fa riflettere sulle più scomode verità della vita.
Ticking away the moments that make up a dull day You fritter and waste the hours in an offhand way Kicking around on a piece of ground in your home town Waiting for someone or something to show you the way | Ticchettano i minuti che scandiscono un giorno tedioso E tu sprechi le ore con indifferenza Girovagando in un angolo della tua città Aspettando che qualcuno o qualcosa ti indichi la via |
Tired of lying in the sunshine, staying home to watch the rain You are young and life is long, and there is time to kill today And then one day you find ten years have got behind you No one told you when to run, you missed the starting gun | Stanco di sdraiarti al sole, resti a casa a guardare la pioggia Sei giovane e la vita è lunga, c’è tempo da ammazzare oggi E poi un giorno scopri che hai dieci anni alle spalle Nessuno ti ha detto quando dovevi iniziare a correre, ti sei perso il segnale dì partenza (colpo di pistola) |
So you run and you run to catch up with the sun but it’s sinking Racing around to come up behind you again The sun is the same in a relative way but you’re older Shorter of breath and one day closer to death | Allora corri e corri per raggiungere il sole ma sta tramontando Sta facendo di corsa il suo giro per rispuntare di nuovo dietro di te Il sole è relativamente lo stesso ma tu sei più vecchio Ti manca il fiato e ogni giorno ti avvicina alla morte |
Every year is getting shorter never seem to find the time Plans that either come to naught or half a page of scribbled lines Hanging on in quiet desperation is the English way The time is gone, the song is over Thought I’d something more to say | Ogni anno si fa più breve, il tempo non basta mai Fra progetti che finiscono in niente o mezza pagina di righe scarabocchiate Sopravvivere in quieta disperazione è il modo inglese Il tempo è scaduto, la canzone è finita, pensavo di avere ancora qualcosa da dire. |
Home Home again I like to be here When I can | (Qui inizia la descrizione della vita quieta all’inglese) Casa Di nuovo a casa Mi piace starci Quando posso |
When I come home Cold and tired It’s good to warm my bones Beside the fire | Quando torno a casa Infreddolito e stanco E’ piacevole riscaldarmi le ossa Accanto al fuoco |
Far away Across the field Tolling on the iron bell Calls the faithful to their knees To hear the softly spoken magic spell | In lontananza Attraverso i campi Il suono della campana Chiama i fedeli ad inginocchiarsi Per ascoltare il dolce incantesimo |
Wish You Were Here
Il successo folgorante di Dark Side of the Moon stravolse completamente la vita del gruppo. Le tournee in tutto il mondo diventarono una costante e l’afflusso di pubblico ai concerti era strabiliante. Il gruppo si spostava con 20 Tir da 18 metri e uno staff di circa 200 persone. Ogni piccolo particolare veniva organizzato e sincronizzato in modo maniacale per ottenere l’effetto desiderato, bombardando il pubblico con effetti sonori e visivi.
I Pink Floyd erano ormai un mito e come tali non potevano lasciar trapelare emozioni e paure; tentavano di proteggere la loro vita privata e questo non faceva che aumentare l’alone di mistero che li circondava.
Pubblicato nel 1975 Wish you were here, nono album della band, fu anche questo un successo immediato e raggiunse il primo posto negli USA e in Inghilterra.
Dedicato al “diamante pazzo” Roger Keith “Syd” Barrett. Nato il 6 gennaio del 1946, cantante e chitarrista visionario fondò i Pink Floyd, dovendoli poi lasciare dopo pochi anni a causa di gravi problemi psicofisici acuiti dall’utilizzo di droghe e Lsd. Barrett è rimasto comunque a lungo riferimento e ispirazione per gli ex compagni che a lui dedicarono la canzone più celebre dell’album “Shine On You Crazy Diamond“. Barrett morì in solitudine nel 2006, a 60 anni.
Remember when you were young, you shone like the sun
Shine on you crazy diamond
Now there’s a look in your eyes, like black holes in the sky
Shine on you crazy diamond
You were caught on the crossfire of childhood and stardom
Blown on the steel breezeCome on you target for faraway laughter
Come on you stranger, you legend, you martyr, and shineYou reached for the secret too soon, you cried for the moon
Shine on you crazy diamond
Threatened by shadows at night, and exposed in the light
Shine on you crazy diamond
Well you wore out your welcome with random precision
Rode on the steel breezeCome on you raver, you seer of visions
Come on you painter, you piper, you prisoner, and shine
Ricordi quando eri giovane
Brillavi come il sole
Continua a brillare, pazzo diamante
Ora i tuoi occhi sembrano buchi neri nel cielo
Continua a brillare, pazzo diamante
Sei stato preso tra il fuoco incrociato dell’infanzia e la celebrità
Spazzato via dalla brezza d’acciaio
Dai, bersaglio di lontane risate
Dai, straniero, leggenda, martire, e brilla!
Hai conosciuto il segreto troppo presto, hai cercato di afferrare la luna
Continua a brillare, pazzo diamante
Minacciato dalle ombre della notte ed esposto alla luce
Continua a brillare, pazzo diamante
Bene, hai consumato il tuo benvenuto con casuale precisione,
Hai cavalcato la brezza d’acciaio,
Dai, visionario farneticante,
Dai, pittore, pifferaio, prigioniero, brilla!
Wish you were here
So, so you think you can tell
Heaven from hell?
Blue skies from pain?
Can you tell a green field
From a cold steel rail?
A smile from a veil?
Do you think you can tell?
Did they get you to trade
Your heroes for ghosts?
Hot ashes for trees?
Hot air for a cool breeze?
Cold comfort for change?
Did you exchange
A walk-on part in the war
For a leading role in a cage?
How I wish, how I wish you were here
We’re just two lost souls
Swimming in a fish bowl
Year after year
Running over the same old ground
What have we found?
The same old fears
Wish you were here
Traduzione: Vorrei tu fossi qui
Quindi, quindi tu pensi di saper distinguere
Il paradiso dall’inferno
Cieli blu dal dolore
Sai distinguere un campo verde
Da una fredda rotaia d’acciaio?
Un sorriso da un velo?
Tu pensi di saperlo distinguere?
Ti hanno portato a barattare
I tuoi eroi con fantasmi?
Ceneri calde con alberi?
Aria bollente in cambio di una brezza fresca
Una fredda comodità al posto del cambiamento
Hai scambiato un ruolo da comparsa in guerra
Per un ruolo da protagonista in una gabbia
Come vorrei, come vorrei tu fossi qui
Siamo solo due anime perse
Che nuotano in un boccale per pesci
Anno dopo anno
Correndo sopra il solito vecchio suolo
E cosa abbiamo trovato?
Le stesse vecchie paure
Vorrei tu fossi qui.
Si tratta di una delle canzoni più famose e suggestive dei Pink Floyd.
All’inizio del brano si sentono suoni confusi, registrati ricreando l’atmosfera di una stanza in cui alcune persone stanno chiacchierando mentre ascoltano una vecchia radio.
Poi subentra il suono della chitarra a dodici corde di David Gilmour a volume bassissimo, tra crepitii, fruscii e sospiri che contrasta con la limpidezza dell’altra chitarra acustica. Un contrasto forte. Vecchio e nuovo. Limpido e distorto. Passato e presente.
Gioca sul contrasto anche la prima parte del testo, usando immagini nitide: paradiso e inferno, cieli blu e dolore, un campo verde e una fredda rotaia d’acciaio, un vero sorriso e un velo, cioè un sorriso velato, falso, usato per mascherare altre emozioni. Abbiamo scambiato eroi per fantasmi (metafore di valori e paure), cenere calda per alberi (metafora per qualcosa di distrutto, incenerito, e qualcosa di vivo), aria bollente per brezza fresca (due sensazioni contrastanti, di fastidio e di piacere).
Nell’ultima strofa, Waters si considera nella stessa condizione dell’amico. Sono due anime perse in una boccia di pesci, che nuotano in tondo senza meta né direzione.
E l’ultimissima frase lascia l’amaro in bocca, perché per quanto vadano avanti,
“running over the same old ground, and what have we found? The same old fears?”
Cosa troviamo alla fine del nostro percorso? Le stesse, vecchie paure.
Roger Waters, nel documentario Pink Floyd: The Story Of Wish You Were Here, ha spiegato l’essenza del brano, il suo significato più profondo:
“Can you free yourself enough to be able to experience the reality of life as it goes on before you and with you and as you go on as part of it? Or not? Because if you can’t, you stand on square one until you die.”
“Riesci a liberarti abbastanza da essere in grado di sperimentare la realtà della vita che ti passa davanti e va avanti con te mentre tu vai avanti come parte di essa? Oppure no? Perché se non riesci, resti fermo sullo stesso quadrato fino alla morte”
La domanda (do you think you can tell?) riguarda la capacità di scegliere tra due percorsi diversi, due modi differenti di affrontare la vita, di saper distinguere il vivere dal non vivere, di saper rischiare per inseguire i propri sogni e perseguire i propri obiettivi, liberi da costrizioni e imposizioni.
Did you exchange a walk on part in the war for a lead role in a cage?
Hai preferito un ruolo da protagonista in una prigione anziché un ruolo meno importante ma libero? “A walk on part in the war” indica la capacità di combattere, di affrontare le avversità con coraggio e spirito di resilienza. Ma significa anche sapersi ribellare per non finire imprigionato dalle convenzioni sociali, rinunciando a vivere liberamente, seguendo le proprie convinzioni.
Roger Waters, sempre nel documentario, dirà:
“It’s to encourage myself not to accept a lead role in a cage, but to go on demanding of myself that I keep auditioning for the walk-on part in the war, ‘cause that’s where I want to be. I wanna be in the trenches. I don’t want to be at headquarters; I don’t wanna be sitting in a hotel somewhere. I wanna be engaged.”
“È per incoraggiare me stesso a non accettare un ruolo da protagonista in una gabbia, per continuare a chiedere a me stesso di fare audizioni per la parte di comparsa nella guerra, perché è lì che voglio essere. Voglio essere in trincea. Non voglio essere al quartier generale; Non voglio essere seduto in un hotel da qualche parte. Voglio essere impegnato.”
Wish you were here è anche una accusa contro la spietata macchina dell’industria musicale che si fa metafora del sistema coercitivo alla base dell’organizzazione della società moderna industrializzata e alienante, che tende a sopprimere l’individualità. Un tema più che mai attuale.
Nel video del brano the Machine è un un macchinario ferroso somigliante ad uno scarafaggio, che diventa poi un enorme parallelepipedo in grado di stritolare gli esseri umani.
Welcome my son, welcome to the machine.
Where have you been? It’s alright we know where you’ve been...
Welcome my son, welcome to the machine.
What did you dream? It’s alright we told you what to dream.
(Benvenuto figlio mio, benvenuto nella macchina, dove sei stato ?
Non ti preoccupare, sappiamo dove sei stato…..
Benvenuto figlio mio, benvenuto nella macchina, cosa hai sognato ?
Non ti preoccupare, ti abbiamo detto noi cosa sognare.
Animals
Nel loro decimo album, pubblicato nel 1977, il più politico della loro lunga discografia, i Pink Floyd dividono la società in animali : Pigs, Dogs, Sheep, maiali, cani e pecore.
La sonorità dei brani crea un’atmosfera cupa, pessimistica, inquietante.

Nell’immaginario collettivo Animals rimane associato alla fotografia del maiale gigante che fluttua sui tetti della Battersea Power Station di Londra, usata per la promozione dell’album nella capitale inglese.
Prendendo spunto dalla Fattoria degli Animali di George Orwell, questo nuovo album è una critica allegorica al capitalismo e ai suoi effetti devastanti sulla società e sugli esseri umani.
Come nel romanzo di Orwell, i Pigs, i maiali, sono al comando del sistema economico e politico, sono coloro i quali occupano i gradini più alti della scala gerarchica. Politici, imprenditori, magnati della finanza, che prosperano e ingrassano a spese di tutti gli altri, manipolando la popolazione per mantenerla in uno stato di assoggettamento inconsapevole, così che loro possano mantenere le loro fortune e il loro enorme potere.
Omaccione, porco, ha ha, sei una farsa / Ben pasciuto, ben vestito, ha ha, sei una farsa / E quando poggi la mano sul cuore / Fai proprio ridere / Sei un buffone
I Pigs possono contare su un esercito di Dogs, cani servili e fedeli, pronti a difenderli ad ogni costo e a coprire ogni loro magagna. Sono gli arrampicatori sociali, individui squallidi, inaffidabili, egocentrici, senza scrupoli, pronti ad ogni più vile compromesso pur di entrare nelle grazie dei maiali e ottenere promozioni e privilegi.
Questi versi li descrivono bene :
“..dopo un po’ potrai dedicarti alla cura dello stile: come la cravatta del circolo e una salda stretta di mano / un certo sguardo negli occhi e un sorriso accattivante / devi ispirare fiducia alle persone a cui menti / così quando ti volteranno le spalle / avrai la possibilità di affondarvi il coltello”
Le “Sheep, le pecore rappresentano la massa ignorante, asservita e impotente, che va docilmente al massacro avendo solo un vago sentore del pericolo che sta correndo. Le Sheep rappresentano le persone incapaci di un pensiero critico o autonomo. Rimangono confinati all’interno del recinto costruito attorno a loro da Pigs e Dogs, per soggiogarli e sfruttarli, senza nemmeno essere consapevoli della loro condizione di prigionia. Nel brano la pecora è l’animale simbolo disposto a subire ogni sopruso senza ribellarsi. Le ultime strofe fanno allusione alla religione e criticano la Chiesa che ha contribuito a tenere i popoli nell’ignoranza e sottomessi con la promessa di una ricompensa nell’adilà, facendo così gli interessi dei ricchi e dei potenti. E alla fine, persino quando giunge la notizia che i cani sono morti, le pecore, paurose e vigliacche, preferiscono restare a casa e continuare a obbedire ciecamente a chi dice loro cosa devono fare.
Da notare che in questa raffigurazione negativa e pessimista della società non trovano posto categorie di individui positivi, leali e consapevoli.
Hopelessly passing your time in the grassland away
Only dimly aware of a certain unease in the air
You better watch out
There may be dogs about
I’ve looked over Jordan, and I have seen
Things are not what they seem
What do you get for pretending the danger’s not real
Meek and obedient you follow the leader
Down well trodden corridors into the valley of steel
What a surprise
The look of terminal shock in your eyes
Now things are really what they seem
No, this is no bad dream
The Lord is my shepherd, I shall not want
He makes me down to lie
Through pastures green He leadeth me the silent waters by
With bright knives he releaseth my soul
He maketh me to hang on hooks in high places
He converteth me to lamb cutlets
For lo, He hath great power, and great hunger…
Have you heard ? The Dogs are dead/ You’d better stay at home/ And do what you’re told
Trascorri il tuo tempo a pascolare senza speranza
Solo vagamente consapevole di una certa tensione nell’aria
Dovresti stare attento
Potrebbero esserci dei cani in giro
Ho guardato oltre il (fiume) Giordano e ho visto
Che le cose non sono come sembrano
Cosa ottieni a fingere che il pericolo non sia reale
Docile e obbediente segui il tuo capo
Lungo sentieri battuti fin nella valle d’acciaio
Che sorpresa!
Lo sguardo di shock terminale nei tuoi occhi

Ora le cose sono davvero come sembrano
No, questo non è un brutto sogno
Il Signore è il mio pastore, non mi fa mancare niente
Lui mi fa sdraiare su prati verdi
e mi conduce attraverso acque silenziose
e con coltelli lucenti libera la mia anima
Mi fa appendere a ganci in alto
Mi trasforma in cotolette di agnello
Poiché ecco, Egli ha un grande potere, e una grande fame…
Hai sentito ? I cani sono morti/ Faresti meglio a restare a casa/ E fare quello che ti viene detto