In agguato in estate, puo’ portare anche al distacco del vitro e allo strappo della retina.
La disidratazione in estate può colpire anche gli occhi, portando disturbi come il distacco del vitreo e nei casi più gravi lo strappo della retina.
Specie in età adulta, la fisiologica disidratazione favorisce questo evento irreversibile. Per vari motivi (caldo, sudorazione, traumi tra le cause più comuni) il vitreo perde la sua componente acquosa e si contrae, come una spugna strizzata, distaccandosi progressivamente dalla retina.
Il distacco del vitreo (anche distacco posteriore del vitreo) è una condizione caratterizzata dal fatto che il corpo vitreo (o umor vitreo) tende a perdere la sua aderenza alla retina.

Il corpo vitreo è una sostanza gelatinosa composta quasi del tutto da acqua (98-99% circa) e acido ialuronico, sali, zuccheri e proteine (1-2% circa) e la sua funzione principale è quella di fare da supporto per il cristallino e per la retina.
Esistono vari fattori di rischio per il distacco del corpo vitreo; quello principale è l’invecchiamento, il problema infatti riguarda generalmente i soggetti over 65, anche se non mancano casi nella fascia di età che va dai 40 ai 60 anni. Il distacco del vitreo ha un’incidenza del 53% a 50 anni e del 65% in soggetti di oltre 65 anni con frequenza maggiore nelle donne e nei soggetti miopi. Il corpo vitreo infatti, con il passare del tempo, tende a perdere una parte dell’acido ialuronico in esso contenuto; ne consegue una sua consistenza maggiormente acquosa e meno gelatinosa che fa sì che esso si ritiri dalla retina spostandosi verso il centro dell’occhio. L’invecchiamento non è comunque l’unico fattore di rischio per il distacco del vitreo; tale condizione, infatti, può essere favorita da altre circostanze quali, per esempio, una notevole miopia, l’insorgenza di un’uveite, un trauma oculare o alla testa, l’aver subito un intervento di microchirurgia intraoculare o un trattamento laser intraoculare. Quando il distacco del vitreo è legato all’invecchiamento è generalmente bilaterale; diversamente può interessare anche soltanto uno degli occhi.
Nella gran parte dei casi il distacco del vitreo è una condizione asintomatica; il dolore è assente e non si registrano perdite visive; in alcuni soggetti, tuttavia, possono manifestarsi alcuni sintomi; quelli più caratteristici sono le miodesopsie (le cosiddette mosche volanti, sensazioni di ombre mobili all’interno del campo visivo), le fotopsie (visione improvvisa di flash e lampi di luce in uno o in tutti e due gli occhi) e la visione sfocata. Alcuni soggetti riferiscono tutte e tre queste manifestazioni, altri soltanto una o due.
Non esiste una specifica terapia per il distacco del vitreo. Tutte le terapie si basano sul principio che trattandosi di un processo degenerativo ossidativo, occorre idratare l’organismo, bevendo molta acqua ed inserendo frutta e verdura nella dieta. E’ consigliabile assumere vitamine e sali minerali con azioni antiossidanti e di reintegro della fisiologica composizione del corpo vitreo. Attualmente esistono alcuni prodotti farmaceutici che sono integratori ad effetto antiossidante ed idratante per il vitreo. È importante infatti fornire un apporto di micronutrienti, atti a garantire una buona integrazione delle matrice del corpo vitreo ed un miglioramento dello stato ossidativo del soggetto.
Nel caso di distacchi sintomatici (presenza persistente di miodesopsie) alcuni oculisti propongono interventi laser o interventi di vitrectomia. La vitreolisi comporta l’utilizzo di impulsi di luce laser della durata di nanosecondi che fanno evaporare l’opacità del vitreo e tagliare i filamenti vitreali. Durante questo processo, il collagene e le molecole di acido ialuronico vengono trasformati in un gas. Il risultato finale è che la miodesopsia viene eliminata e/o ridotta ad una dimensione che non impedisce più la visione. Ma la tendenza generale è quella del non intervenire perché il rapporto benefici/rischi è eccessivamente sbilanciato verso i secondi. I sintomi tendono a scomparire nell’arco di 6 mesi-1 anno, le ombre appaiono sempre più sbiadite e si percepiscono visivamente sempre meno, dal momento che il cervello tende ad ignorare l’immagine fastidiosa.
Diverso è ovviamente il caso di quei distacchi del vitro complicati da foro maculare o rottura e/o distacco retinico, condizioni cliniche che richiedono un tempestivo trattamento.
Dal momento che la presenza di miodesopsie, visione sfocata e fotopsie è comune anche a una condizione patologica grave, il distacco di retina, è opportuno, nel caso si avvertissero queste manifestazioni, richiedere urgentemente una visita oculistica. Il distacco di retina è una vera e propria emergenza clinica dal momento che nel peggiore dei casi può causare cecità e si può intervenire per limitare i danni con il laser solo se sono passate poche ore.
Quando il distacco è ormai in fase avanzata, la vista subisce un rapido peggioramento e il paziente vede come una tenda che oscura una porzione dell’occhio.
La localizzazione di questa sorta di “sipario”, peraltro, è diametralmente opposta rispetto alla sede reale del distacco: se la tenda sembra coprire la parte superiore, è situata nella zona inferiore dell’occhio e viceversa. Le rotture retiniche sono sempre da trattare con laser anche se il paziente non avverte sintomi soggettivi.
In ogni caso è da sottolineare che, ancor più che per altre malattie, la prevenzione è l’unico modo per favorire la completa guarigione da una patologia che, se trascurata, può portare perfino alla cecità.
Grazie a controlli periodici da uno specialista (da compiersi con distanza temporale ravvicinata in presenza di elementi predisponenti, come un’elevata miopia di base), è possibile intervenire tempestivamente e bloccare uno dei principali fattori scatenanti del distacco di retina: la presenza di fori nel tessuto retinico o di semplice indebolimento in micro zone del medesimo.