Non dite IoCredoNellaScienza, semmai IoCredoNellaPoliticaENei Media.

#iocredonellascienza

Il valore della scienza è indiscutibile ed è indubbio che ha svolto un ruolo fondamentale nel migliorare la salute e il benessere delle popolazioni.

La vaccinazione rappresenta una delle più importanti scoperte scientifiche nella storia della medicina e ha contribuito in modo fondamentale ad incrementare la speranza di vita delle persone, debellando malattie terribili.

Aver prodotto in pochi mesi un vaccino contro il Covid è certamente un grande successo della Scienza. Tuttavia, la mancanza di un adeguato periodo di studio e sperimentazione, che di solito richiede dai 5 ai 10 anni, dovrebbe indurre alla prudenza nel raccomandarla a tutti. Più che mai nel renderla obbligatoria.

La gente continua a ripetere “Io Credo nella Scienza” ed in nome di questa fede è pronta ad accettare qualsiasi decisione politica. Il problema è che la maggior parte dei provvedimenti dei Governi, presi durante la pandemia, appaiono totalmente privi di logica e persino antiscientifici. Ed è questo che desta la perplessità di quanti hanno mantenuto la lucidità e cercano la ratio delle norme, che dovrebbero sempre essere improntate ai principi di proporzionalità e ragionevolezza.

Al tempo stesso, la stampa ufficiale e le reti nazionali sembrano aver abdicato la loro funzione di informare correttamente e analizzare in maniera critica le decisioni politiche, comportandosi come semplici organi di propaganda.

Alcuni provvedimenti sono in aperto contrasto con quanto stabilito dalla Scienza e i media li avvalorano contro ogni logica. Principi scientifici vengono utilizzati per combattere battaglie politiche che non hanno nulla a che vedere con la metodologia scientifica.

La Scienza, rappresentata dalle stesse case farmaceutiche, ha specificato fin dall’inizio che il vaccino non impedisce la diffusione del virus ma serve a prevenire le conseguenze gravi della malattia. I media e la politica hanno fatto credere il contrario, creando lo slogan « mi vaccino per proteggere gli altri », « chi non si vaccina non è un cittadino responsabile».

I dati dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), secondo l’ultimo aggiornamento del 28 dicembre 2021, dimostrano che i decessi dei vaccinati sono superiori a quelli dei non vaccinati (1.337 i vaccinati contro 994 i non vaccinati). Ma i media mainstream fanno credere il contrario.

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Secondo la Scienza, chi non presenta sintomi di una malattia ed è negativo al test non è malato e di conseguenza non può contagiare nessuno. Inoltre, chi ha resistito due anni senza contrarre il virus dimostra di avere un sistema immunitario efficace ed è probabilmente immune naturalmente.

La politica e i media, invece, hanno di fatto assimilato il non vaccinato sano e privo di sintomi a un potenziale untore, una bomba batteriologica pronta ad esplodere, un kamikaze che deliberatamente va in giro ad infettare il prossimo e che, per questa colpa, deve essere punito ed emarginato dalla società.

Su questa base non scientifica hanno creato il green pass e privato chi non si vaccina dei diritti fondamentali al lavoro, alla vita sociale e alla possibilità di spostarsi con mezzi pubblici. E’ ovvio che tale misura ha un intento puramente punitivo e non sanitario, fatto per « emmerder les non-vaccinés » (1) come dice candidamente Macron, e spingerli a vaccinarsi.

Ma perché i Governi mirano a vaccinare il 100% della popolazione con un vaccino che ha una copertura massima di 4 mesi, quindi non assicura alcuna immunità di gregge e protegge in forma minima dagli effetti gravi della malattia?

La Scienza, rappresentata dall’EMA, ha approvato l’uso in emergenza del vaccino con la motivazione che i benefici superano i rischi; ammettendo quindi che esistono rischi, molti dei quali ancora sconosciuti. L’AIFA, nel rapporto sulla approvazione dei vaccini specifica che ad oggi non se ne conoscono la cancerogenicità e la genotossicità.

In questo caso, ciascuno dovrebbe essere libero di valutare per sè se vuole affrontare i rischi a fronte di eventuali benefici, specie quando si tratta dei propri figli.

Ma la politica non lo permette, rendendolo di fatto obbligatorio per una larga parte della popolazione e ricattando con la privazione dei diritti democratici l’altra.

La Scienza, rappresentata dall’OMS, ha sconsigliato di vaccinare i bambini che non rischiano di contrarre forme gravi della malattia. Un centinaio di pediatri di tutto il mondo hanno lanciato una petizione per impedire la vaccinazione dei bambini, specificando che non si conoscono gli effetti avversi a lungo termine.

Ma la politica non ha tenuto conto di alcun parere scientifico e ha deciso di procedere lo stesso alla vaccinazione di bambini e adolescenti, con l’appoggio dei media che hanno lanciato una campagna ad hoc per convincere i genitori, enfatizzando le notizie di ricoveri di bambini positivi (nella maggior parte dei casi affetti da altre patologie) e sminuendo quelle relative ad eventi avversi gravi, come miocarditi e pericarditi, e persino letali.

Nel rapporto dell’AIFA si legge che le case farmaceutiche sconsigliano di somministrare una eventuale terza dose del vaccino a meno di 6 mesi dalla seconda. Non sono stati effettuati studi clinici controllati randomizzati  per stabilire l’efficacia dei booster né eventuali effetti avversi nell’inoculare vaccini diversi dalle prime due dosi.

L’EMA ha lanciato un allarme sui pericoli di inoculare un booster ogni 3 o 4 mesi, perché può creare problemi al sistema immunitario.

Eppure la politica non ha tenuto conto di queste indicazioni scientifiche e ha deciso di somministrare le terze dosi dopo 4 mesi, permettendo anche di mescolare le dosi di vaccino, senza alcun studio che ne dimostri la fattibilità.

La Scienza, rappresentata dalla case farmaceutiche, ha dichiarato che il booster contro la variante Omicron sarà disponibile in primavera, ma i media e la politica hanno suggerito, in assenza di studi, che il booster è in grado di contrastare la nuova variante.

I media, per continuare a spaventare la popolazione, ogni giorno proclamano che gli ospedali e le terapie intensive sono al collasso. In realtà, l’occupazione raggiunge al massimo il 30% (ma nella maggior parte delle regioni è inferiore) e la Scienza, rappresentata dai virologi-star Crisanti e Bassetti – che stranamente questa volta hanno espresso un parere in contrasto con quello ufficiale – hanno dichiarato che il 34% dei pazienti positivi ricoverati non è malato Covid, cioè non è in ospedale per sindromi respiratorie o polmonari e non ha sviluppato la malattia da Covid ma richiede assistenza sanitaria per altre patologie e al momento del tampone pre-ricovero risulta positivo al Sars-Cov-2. Uno su tre, dunque, sia pur con infezione accertata al virus Sars-Cov-2, viene ospedalizzato per curare tutt’altro: traumi, infarti, emorragie, scompensi, tumori.

Già l’anno scorso, il prof. Zangrillo, attaccato e vituperato dai media mainstream per aver osato contrastare la liturgia del terrore, aveva affermato che il conteggio dei decessi Covid avviene nello stesso modo, contando quindi persone morte per altre patologie e semplicemente positive al tampone.

La Scienza, con studi specifici, ha dimostrato che il contagio non avviene all’aperto ma solo in ambienti chiusi e poco aerati, eppure la politica ha deciso di rendere nuovamente obbligatorie le mascherine all’aperto, anche per chi passeggia da solo in vie deserte, pur consapevole della loro inutilità.

Questa la dichiarazione del virologo Falcone:

Contagio all’aperto quasi impossibile ma sì a mascherina

“L’obbligo di mascherina dappertutto”, anche all’aperto, “è una misura che ha un suo impatto positivo perché costa poco, è facile da eseguire e ottiene spesso dei risultati”. Così il virologo Marco Falcone, ricercatore in Malattie infettive dell’Università di Pisa e membro del consiglio direttivo della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), commentando all’Adnkronos Salute il pressing dei sindaci sul governo per la reintroduzione dell’obbligo di mascherina all’aperto in tutta Italia. “Chiaramente l’utilizzo delle mascherine all’aperto non serve tanto per bloccare la diffusione del virus all’aperto perché all’aperto è quasi impossibile infettarsi”, ha aggiunto. “Introdurre l’obbligo di mascherina all’aperto – sottolinea Falcone – favorisce il fatto che le persone la tengano anche nei luoghi chiusi poiché è chiaro che avere già con sé la mascherina ne facilita l’utilizzo anche nelle occasioni di incontro e nei luoghi chiusi. Questo virus – conclude – non si diffonde con l’aria aperta ma nei luoghi chiusi e mal ventilati che è dove c’è la maggiore possibilità di ammalarsi”.

https://www.adnkronos.com/covid-falcone-contagio-allaperto-quasi-impossibile-ma-si-a-mascherina_28CA8pKnMcGTSFHeJTT7pH

In pratica, ha dichiarato che non servono a niente ma bisogna indossarle lo stesso.

La pandemia ha portato improvvisamente a una nuova spaventosa forma di universalismo scientifico.

I social e i media tradizionali hanno contribuito a creare, da un giorno all’altro, una nuova categoria di esperti senza reali competenze in materia. Qualsiasi tecnico poteva improvvisamente essere citato come virologo, epidemiologo o specialista di politica sanitaria da giornalisti senza competenze in quei settori che sapevano tuttavia immediatamente quali opinioni erano giuste e quali sbagliate.

Al contrario, alcuni dei migliori medici e specialisti sono stati dipinti come sprovveduti, ignoranti, persino pericolosi propagatori di notizie false, da opinionisti che si sono arrogati il diritto di arbitrare sommariamente le differenze di opinione scientifica senza conoscere la metodologia o i dati relativi.

Mentre gli esperti fittizi si moltiplicavano, gli approcci basati sull’evidenza – come gli studi randomizzati e la raccolta di dati più accurati e imparziali – venivano spesso liquidati come inappropriati, troppo lenti e dannosi.

Questo disprezzo per studi affidabili è stato addirittura osannato. Le richieste, in precedenza comuni, di maggiori prove mediche di efficacia o di interrogativi sugli effetti collaterali avversi, sono state improvvisamente bandite.

Lo scetticismo è ora visto come una minaccia alla salute pubblica.

Le aziende Big Pharma sono state presentate quasi come enti di beneficienza. Mentre è innegabile che producono farmaci, vaccini e medicinali che salvano vite, tutti dovrebbero capire che il profitto era ed è la loro principale motivazione . 

Aziende potenzialmente gravate da conflitti d’interesse sono diventate i nuovi regolatori sociali, invece di essere loro stesse regolate.  Le grandi compagnie tecnologiche, che hanno ricavato un profitto stratosferico trasformando la vita della società durante il lockdown, hanno sviluppato potenti meccanismi di censura che controllano e distorcono l’informazione disponibile per gli utenti delle loro piattaforme. 

“Fact-checker indipendenti” di cui non si conoscono nomi, titoli o specializzazioni decidono quali informazioni di medici e specialisti potrebbero, a loro insindacabile parere, “fuorviare” il pubblico e con questa dicitura cancellano post e articoli dai social network.

Consulenti che guadagnavano milioni di dollari consigliando corporazioni e governi hanno ricevuto posizioni prestigiose, potere e lodi pubbliche, mentre scienziati imparziali che hanno lavorato gratuitamente sono stati diffamati come se avessero conflitti di interesse, solo perché hanno osato mettere in discussione le narrazioni imperanti.

In pratica, è in corso uno scontro tra la sanità pubblica decisa arbitrariamente dalla politica e la scienza – e la scienza ha perso.

(1.Macron: rompere le scatole ai non vaccinati)

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